I ricavi dell’Industria Culturale e Creativa crescono più del PIL
La creatività italiana vale 48 miliardi, ma può fare di più
Boom digitale nel 2016: Dai dati del report: “Digital In” il paese Italia sembra creare sia valore che fatturato e lo realizza soprattutto con la creatività. Il nostro Bel Paese vanta senza dubbio un passato sia creativo che culturale fra i più prestigiosi del mondo. Una fotografia reale e tangibile che conferma questo ci viene data dal secondo studio annuale di Italia Creativa. Un rapporto che si propone di offrire una visione complessiva dell’Industria della Cultura e della Creatività italiana, ovunque sinonimo di eccellenza, che forse ancora oggi non viene sufficientemente valorizzata.
Ad oggi creatività e cultura hanno un valore economico e sociale importante, in termini sia di volume d’affari sia di occupazione, ma vanno sostenute e messe in condizione di esprimere tutto il potenziale ancora non sfruttato. Le analisi quantitative e qualitative in continuità con l’approccio metodologico e i criteri adottati nel precedente rapporto si aggiungono nella nuova edizione ad una maggiore attenzione su due temi d’interesse comune per l’intera Industria Culturale e Creativa italiana: minacce per il settore e opportunità di crescita ancora da sfruttare. Questa industria viene analizzata attraverso lo studio di dieci settori principali: Architettura, Arti performative, Arti visive, Audiovisivo, Libri, Musica, Pubblicità, Quotidiani e periodici, Radio ed infine Videogiochi.
La filiera creativa vale quasi 48 miliardi di euro
Nel 2015 l’Industria della Cultura e della Creatività in Italia registra un valore economico complessivo pari a 47,9 miliardi di euro. L’86% di questi è rappresentato da ricavi diretti, derivanti cioè da attività legate direttamente alla filiera creativa, quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi mentre il 14% rimanente, invece, deriva da ricavi indiretti, relativi ad attività collaterali o sussidiarie.
Impiega più di un milione di persone
Più di un milione di persone nel 2015 sono state occupate dall’industria creativa e di queste ben l’86% nelle attività economiche dirette dell’industria. Con circa 880.000 posti di lavoro, gli occupati diretti nell’Industria della Cultura e della Creatività rappresentano quasi il 4% dell’intera forza lavoro italiana.
Le stime sul potenziale inespresso del settore sono incoraggianti
Le stime effettuate mostrano che il valore economico odierno è pari a due terzi del valore che l’industria potrebbe generare, se riuscisse a sfruttare le opportunità di crescita e a contrastare le minacce che incombono su di essa. Se nel 2015 il valore economico è pari a circa 48 miliardi, il valore potenziale raggiunge 72 miliardi di euro. Ciò significa che il valore ancora inespresso è pari a circa 24 miliardi di euro. Inoltre, se l’Industria della Cultura e della Creatività riuscisse a raggiungere una maggiore valorizzazione, potrebbe contare oltre 500 mila posti di lavoro addizionali, passando da 1,03 milioni a 1,6 milioni di occupati: una crescita superiore alla metà dei posti di lavoro attuali in Italia.
I ricavi dell’Industria Culturale e Creativa crescono più del PIL
Nel 2015 i ricavi del settore del 2,4% dei ricavi diretti (+951 milioni di euro) del comparto culturale e creativo, a fronte di una crescita dell’1,5% del PIL italiano.
Gli occupati diretti evidenziano una crescita doppia rispetto alla media italiana
Gli occupati dell’Industria Culturale e Creativa registrano un aumento dell’1,7% (+ 15 mila) annuo evidenziando una crescita di quella complessiva degli occupati in Italia che equivale a circa +0,8%.
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